Alexios (451 o 446 a.C. - 422 a.C.), conosciuto anche come Deimos, è stato un membro della Setta di Cosmos, un'organizzazione esistita nell'antica Grecia.
Come la sua sorellastra, la misthios Kassandra, era nipote di re Leonida I da parte di sua madre Myrrine, oltre ad avere sangue Isu. La sua particolare stirpe lo rese un obiettivo della Setta di Cosmos, che fece in modo di farlo gettare dal Monte Taigeto per ucciderlo. Nonostante ciò sopravvisse alla caduta, ma venne rapito da Criside per conto della Setta. La Setta lo crebbe duramente, manipolandolo fino a convincerlo di essere il loro campione Deimos, forte come un semidio. In realtà, gli altri membri lo vedevano come una belva scatenata da utilizzare per i loro scopi.
Non soddisfatti del controllo su Alexios, la Setta pianificò di uccidere anche il resto della sua famiglia: Nicolao, Myrrine e Kassandra. Anni dopo, a un conclave della Setta, incontrò sua sorella Kassandra entrata in incognito per cercare indizi su loro madre. Negli anni seguenti, durante la Guerra del Peloponneso, Deimos continuò a servire la Setta mentre sua sorella uccideva tutti i suoi membri in un disperato tentativo di proteggere la famiglia e salvare suo fratello dalla loro manipolazione. I suoi sforzi risultarono però vani, e fu costretta a ucciderlo durante uno scontro sul Monte Taigeto.
Biografia[]
Gioventù[]
Nato da Myrrine e Nicolao attorno alla metà del V secolo a.C. a Sparta, in Laconia, Alexios era il giovane fratellastro di Kassandra e nipote di re Leonida I di Sparta.
Poco dopo la sua nascita la Pizia del tempo profetizzò che il nipote di Leonida sarebbe stato la rovina di Sparta. Alle persone coinvolte all'epoca rimase sconosciuto il coinvolgimento della Setta di Cosmos nella fabbricazione della profezia, il cui vero scopo era di interrompere la stirpe di Leonida per vendicarsi della sua sfida nei loro confronti avvenuta decenni prima. Perciò, nonostante il suo sangue reale, gli anziani della città pretesero l'uccisione dell'infante gettandolo dalla cima del Monte Taigeto.
Alexios sopravvisse però alla caduta come la sorella Kassanda, gettata anche lei dal monte dal patrigno Nicolao dopo aver provato a salvare il fratellino uccidendo uno degli anziani. Myrrine riuscì a trovare Alexios in fin di vita e lo portò dal giovane medico Ippocrate presso il Tempio di Asclepio in Argolide per farlo curare.
Nel Tempio, Alexios venne riconosciuto da Criside, membro della Setta di Cosmos che lo rapì per farlo crescere con lei. Per non far sospettare nulla a Myrrine, le fecero vedere il cadavere di un altro neonato morto da poco.
Arma della Setta[]
Sotto le cure di Criside, Alexios crebbe con l'intenzione di diventare l'arma della Setta e venne rinominato Deimos, come il dio greco del terrore, per incutere paura nei loro nemici. Nei quindici anni successivi, Alexios servì gli scopi della setta senza dubbi fin quando incontrò la sorella da cui era stato separato nel 431 a.C.
Quando scoprirono che sua sorella fosse viva, il Spettro della Setta manipolò Deimos per non fargli provare nessun tipo di amore nei suoi confronti, inducendolo a non credere a nulla di ciò che l'altra figlia della stirpe gli avesse detto. Non gli venne ordinato però di ucciderla, ma solo di procurarle dolore.
Nel 431 a.C. Alexios interruppe un conclave del Culto nel Santuario di Cosmos per rivelare che uno dei membri della Setta, Elpenore, fosse stato ucciso. Alexios disse che tra di loro si nascondesse un traditore, e chiese ai presenti di mettere a turno la propria mano sulla Piramide per scoprire le loro reali intenzioni. Fu così che entrò in contatto con Kassandra, infiltratasi all'incontro proprio al posto di Elpenore.
Riconoscendo i ricordi di Kassandra al Monte Taigeto attraverso la Piramide, Alexios le chiese sconvolto chi fosse, capendo velocemente che si trattasse di sua sorella. Confuso e arrabbiato, la fece andare via e uccise il seguace successivo incolpandolo del tradimento. Poco tempo dopo seguì Kassandra sull'isola di Andro, dove le chiese se fosse stata lei a gettarlo dalla cima della montagna. Quando Kassandra negò, Alexios se ne andò via arrabbiato.
Due anni dopo, nel 429 a.C., Alexios colpì al cuore Atene. Nel mezzo di un'epidemia Alexios diede la caccia e uccise il capo di Atene Pericle per indebolire ancora di più lo spirito della città nel loro conflitto con Sparta, spianando la strada per il potere a Cleone, membro della Setta di Cosmos.
Guerra[]
Nel 425 a.C. Deimos prese parte alla Battaglia di Pilo dalla parte dell'Atene di Cleone. Lì affrontò in combattimento sua sorella, che combatteva tra le file degli spartani comandati dal generale Brasida. Durante la battaglia tra i due, entrambi vennero colpiti dalla caduta di due alberi, ma Alexios venne salvato grazie all'aiuto di Kassandra.
Gli ateniesi portarono Kassandra in prigione, dove poté parlare con Alexios. Ancora una volta Kassandra provò a riconciliarsi con lui, che rifiutò ancora. Cleone arrivò poi per mandare via Alexios, che si oppose però all'essere trattato come una pedina.
Tempo dopo Deimos interrogò e torturò lo scultore Fidia per ottenere informazioni su tre simboli misteriosi dopo che Brisone fallì nella sua stessa missione. Le uniche cose che ottenne da Fidia furono le parole "Itira! Korgath! Metin!", le uniche cose che aveva scoperto a loro riguardo nel breve tempo in cui li studiò. Insoddisfatto, Deimos continuò a pestare lo scultore a morte.
Nel 422 a.C. Alexios e Kassandra si scontrarono di nuovo sul campo di battaglia ad Anfipoli, in Macedonia. Lì Alexios uccise Brasida impalandolo sulla sua stessa lancia prima di gettarsi all'attacco della sorella, quando all'improvviso venne colpito per sbaglio da una freccia scagliata da Cleone. Kassandra si gettò all'inseguimento del comandante greco e lo uccise, ma quando tornò da Alexios non lo trovò più.
Morte[]
Qualche tempo dopo la battaglia di Anfipoli, nell'agosto del 422 a.C., Alexios raggiunse il Monte Taigeto per affrontare per un'ultima volta la sua famiglia. Lì, nonostante le suppliche di sua madre Myrrine e di Kassandra, Alexios decise di non cambiare la sua vita per loro.
Kassandra si trovò costretta allora ad affrontare il fratello una volta per tutte, e lo uccise trafiggendogli la gola con la lancia di loro nonno.
Eredità[]
Nel 2018, quando Layla Hassan rivisse i ricordi di Kassandra grazie a un campione genetico degradato trovato sulla Lancia di Leonida utilizzando l'Animus HR-8.5, che simulò una versione alternativa degli eventi. In essi Kassandra poté salvare suo fratello dalla morte, inducendolo a unirsi alla sua ciurma sull'Adrestia insieme a Myrrine, Nicolao e Stentore. In alternativa Deimos avrebbe anche potuto uccidere Myrrine prima che Kassandra lo uccidesse in maniera differente.
Caratteristiche e personalità[]
Alexios crebbe con la convinzione di essere un semidio grazie al suo sangue Isu, destinato a portare ordine al mondo greco. Per via dell'educazione impartitagli dalla Setta di Cosmos non mostrava empatia per nessuno ed era molto attratto dalla violenza e dalla guerra. Il suo carattere era estremamente intimidatorio, a tal punto che persino tra i membri della Setta c'era una paura diffusa della sua furia imprevedibile.
Equipaggiamento e abilità[]
Grazie alla stirpe da cui discendeva e alla Spada di Damocle in suo possesso, Deimos era in grado di compiere impressionanti gesta in combattimento. Piantando la spada nel terreno poteva rilasciare una forte esplosione di energia, ed era anche in grado di proiettare fasci energetici dalla punta della spada. Le sue prodezze in combattimento erano così immense che riuscì a uccidere Brasida, uno dei migliori generali spartani, nel giro di pochi secondi oltre ad affrontare ad armi pari sua sorella Kassandra e la sua Lancia.
Curiosità[]
- Il nome Alexios (Αλέξιος) deriva dal greco antico e significa "protettore", "difensore". Deimos (Δεῖμος), d'altro canto, significa "terrore". Deimos era inoltre il nome della divinità del terrore suscitato dalla guerra, figlio di Ares e Afrodite.
- Alexios è uno dei due protagonisti selezionabili in Assassin's Creed: Odyssey. Tuttavia, sia Ubisoft che il romanzo del videogioco hanno confermato che Alexios non è il protagonista canonico.
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