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Abbas Sofian (Masyaf, 1166 – Masyaf, 1247) è stato un Assassino siriano vissuto durante il Medioevo e Mentore de facto degli Assassini nel Levante dal 1227 fino alla sua morte. Il periodo in cui comandò l'Ordine segnò un periodo di corruzione per gli Assassini. Alcuni membri dell'Ordine, segretamente, disprezzavano Abbas. Fu un grande amico d'infanzia di Altaïr Ibn-La'Ahad, che successivamente divenne il suo carnefice.

Biografia[]

Giovinezza[]

Abbas Sofian nacque a Masyaf nel 1166. Era il figlio di un membro dell'Ordine degli Assassini, di nome Ahmad Sofian.

Nel 1176, durante l'assedio di Masyaf, il padre di Abbas fu catturato dai Saraceni. Ahmad venne torturato, e quasi ucciso, poichè gli invasori desideravano sapere il nome di colui che uccise un loro nobile durante una missione di spionaggio. Ahmad non riuscì a resistere, e rivelò il nome dell'Assassino Umar Ibn-La'Ahad, affermando che era l'uomo che essi cercavano.

Al fine di salvare la vita di Ahmad, Umar si costituì, e venne giustiziato sotto gli occhi del figlio Altaïr Ibn-La'Ahad. Tempo dopo, Ahmad non riuscì a convivere con tale peso, poichè egli si riteneva responsabile della morte di Umar.

Questa sofferenza lo portò al suicidio. Dopo aver chiesto perdono ad Altaïr, egli si tagliò la gola proprio davanti a quest'ultimo, in casa sua. Il figlio Abbas fu sempre indotto a credere che il padre avesse lasciato l'Ordine, e che prima o poi sarebbe finalmente tornato.

Abbas ed Altaïr furono addestrati insieme dal loro Mentore Rashid ad-Din Sinan, meglio conosciuto come Al Mualim, e strinsero una forte amicizia poichè furono sempre considerati fratelli, orfani dei loro padri. Abbas non dimenticò mai il padre, e sperava che sarebbe tornato a riprenderlo, prima o poi.

Dopo parecchio tempo, Altaïr iniziò a notare i continui sbalzi d'umore di Abbas, il pensiero del padre lo stava pian piano consumando. Nella speranza che si sarebbe calmato, Altaïr informò Abbas della morte del padre, raccontando tutti i dettagli avvenuti dopo l'assedio da parte dei Saraceni. Abbas rifiutò di credergli, pensando soltanto che fosse uno scherzo dell'amico, non sapeva che in realtà era la verità.

Il giorno dopo, all'addestramento, Abbas fece una richiesta al loro istruttore Labib, quella di usare spade vere in duello, richiesta che fu accolta con entusiasmo dall'istruttore. Tuttavia, invece del solito allenamento, Abbas attaccò ferocemente Altaïr in un impeto d'odio, chiedendo la verità su suo padre.

Altaïr riusciva a stento a parare i colpi dell'amico, così, riluttante, disse ad Abbas che aveva mentito sul suicidio di suo padre, ed insieme vennero messi in cella per un mese. Quando vennero di nuovo autorizzati a continuare l'addestramento, Abbas fu punito ulteriormente, poichè, lasciando libero sfogo alle sue emozioni, aveva screditato l'Ordine, e come tale, il suo addestramento fu prorogato di un anno. A seguito di questi eventi, l'amicizia tra i due finì, ed entrambi non si riconobbero più come fratelli.

Attacco a Masyaf[]

Altaïr: Quando chiudo le porte del castello, aggirate i crociati nel villaggio e spingeteli nella gola.
Abbas: Non hai alcuna speranza!
Altaïr: Abbas. Niente errori.
—Altaïr ed Abbas discutono su come agire durante l'attacco alla fortezza[src]
Il Custode Del Mentore 3

Abbas e Altaïr discutono su come fermare l'attacco dei Templari.

Nel 1189, quando Abbas aveva 23 anni, i Templari attaccarono Masyaf sotto il comando di Haras, un Assassino che tradì l'Ordine unendosi alla causa Templare. Abbas difese il villaggio e la fortezza con tutto se stesso, insieme ai suoi compagni Assassini.

Quando Altaïr arrivò nel bel mezzo del conflitto, Abbas lo incontrò e disse lui di ripiegare. Egli inoltre informò che il loro Mentore Al Mualim era stato preso in ostaggio dai Templari all'interno della fortezza, e che ormai per lui non potevano fare niente. Tuttavia, Altaïr ordinò ad Abbas una strategia da applicare contro gli invasori, ed Abbas non potè che dar retta al suo rivale, poichè era di rango superiore al suo.

La tattica funzionò, e dopo aver salvato il Mentore, ad Altaïr fu dato il rango di Maestro Assassino. Abbas, geloso, sputò ai piedi del rivale, che in risposta lo schernì. Questo evento fu il primo segno d'arroganza di Altaïr, che portò Abbas ad odiarlo ancor di più.

Morte di Al Mualim[]

"Ah... Perdonami... Io... Non... Sapevo..."
―Abbas si scusa con Altaïr dopo aver utilizzato la Mela[src]

Nel 1191, Al Mualim entrò in possesso della Mela dell'Eden, un artefatto della Prima Civilizzazione, ritrovato nel Tempio di Salomone a Gerusalemme dall'Assassino Malik Al-Sayf. Al Mualim studiò la Mela per diverso tempo, ma capì che la sua mente non era in grado di comprendere il potere della Mela, e venne presto corrotto da essa.

Al Mualim usò la Mela contro la sua gente, contro gli Assassini che lo avevano adorato per anni, per indurli a seguirlo in ogni situazione senza fargli pensare alle conseguenze. Altaïr scoprì presto che Al Mualim era in realtà un Templare, e lo affrontò nei giardini della fortezza, riuscendo ad ucciderlo, e a liberare gli Assassini e i cittadini dalla corruzione della Mela. Successivamente, Altaïr nascose la Mela all'interno dello studio del Maestro.

La Veglia Del Mentore 5

Abbas discute con Altaïr, mentre il corpo di Al Mualim brucia sulla pira.

Dopo la morte di Al Mualim, Abbas incontrò Altaïr alle porte della fortezza di Masyaf, dove scoprì la morte del Mentore, poichè Altaïr stava trasportando il cadavere. Abbas chiese immediatamente spiegazioni ad Altaïr, e diffidò apertamente per la sua scelta di uccidere il Mentore. Ascoltò il ragionamento del rivale, mentre camminavano verso una pira organizzata per bruciare il corpo del Mentore.

Quando Altaïr depose il corpo del Mentore sulla pira, per poi dargli fuoco, Abbas fu contrario, poichè era proibito bruciare il corpo di un uomo all'interno del loro Ordine. In sua difesa, Altaïr spiegò ad Abbas che il corpo deposto poteva anche essere "un altro dei fantasmi di Al Mualim", e che, per sicurezza, bisognava bruciarlo. Infuriato, Abbas spinse Altaïr giù dalla rupe, dove venne affrontato dai cittadini, e da diversi Assassini contrari, come Abbas.

Mentre Altaïr veniva impegnato contro gli Assassini, Abbas si affrettò a raggiungere lo studio del Mentore, dove prese possesso della Mela dell'Eden. Subito dopo, si arrampicò su una torre di guardia fuori dalla fortezza, ed urlò ad Altaïr, sostenendo che quest'ultimo non era in grado di controllare la Mela. Altaïr avvertì il pericolo, e ben presto anche Abbas venne corrotto, non essendo in grado di resistere.

Tuttavia, la Mela iniziò anche ad uccidere Abbas, svuotando a poco a poco il suo corpo. Abbas venne salvato da Altaïr, che si arrampicò sulla torre e disattivò la Mela, ricevendo le scuse del rivale.

Col passare del tempo, Altaïr ottenne il pieno sostegno degli altri membri dell'Ordine, divenendo il Mentore degli Assassini del Levante, con grande delusione di Abbas. Tuttavia, Abbas dovette accettare la decisione dell'Ordine, rallentando così anche il suo odio per Altaïr.

Corruzione dell'Ordine[]

"La Mela sarà mia, Altaïr! E avrò anche la tua testa per tutto il disonore che hai gettato sulla mia famiglia! Non fuggirai per sempre! Né da noi né dalle tue menzogne!"
―Abbas esprime tutto il suo odio verso Altaïr[src]

Abbas continuò a servire fedelmente l'Ordine, anche sotto il comando di Altaïr. Tuttavia, nel 1217, dopo la partenza di Altaïr per l'Estremo Oriente, iniziò ad ottenere il sostegno della popolazione, che lo portò a compromettere l'Ordine nel 1225, quando organizzò un colpo di Stato per prendere il controllo. Riuscì nell'intento, e depose Malik Al-Sayf, che era stato lasciato al comando da Altaïr, perchè era l'uomo di cui si fidava di più.

Abbas ordinò l'uccisione del secondogenito di Altaïr, Sef Ibn-La'Ahad, che venne ucciso da Swami, un subordinato di Abbas, per poi far ricadere la colpa su Malik. Quest'ultimo fu poi riconosciuto colpevole dell'omicidio, e imprigionato nelle celle di Masyaf. Con nessun leader a guidare l'Ordine, fu organizzato un consiglio, alla quale si mise a capo Abbas, che divenne automaticamente il nuovo Mentore degli Assassini.

Due anni dopo, nel 1227, Altaïr, Maria e loro figlio Darim, tornarono dall'Estremo Oriente dopo dieci anni di assenza, ignari degli eventi accaduti pochi anni prima. Entrati nel villaggio, un Assassino informò Altaïr che loro figlio Sef era partito pochi giorni prima per Alamut. Darim partì per Alamut immediatamente, mentre Maria ed Altaïr, il giorno dopo, incontrarono il Consiglio di Governo ed il loro capo Abbas.

Durante l'incontro, Abbas informò che Sef era stato ucciso poche settimane prima da Malik, e che, a seguito del suo arresto, fu istituito il Consiglio. Altaïr chiese al Consiglio di girare il comando dell'Ordine verso di lui, ma la richiesta venne respinta da Abbas, affermando che egli non sarebbe stata la scelta giusta, perchè, dal momento che suo figlio era stato ucciso, c'era la possibilità che Altaïr avrebbe agito per vendetta, influenzando le sue scelte.

Un Nuovo regime 5

Abbas e Swami discutono con Altaïr e Maria.

Il giorno seguente, Altaïr capì che non potè esser stato Malik ad uccidere suo figlio, così si recò nei sotterranei, dove liberò Malik in un stato di debolezza, chiedendo cosa era realmente accaduto. Malik testimoniò, dicendo la verità ad Altaïr, che poi lo lasciò nella sua stanza, sotto le cure di Maria.

Dopo aver appreso la realtà, Altaïr decise di confrontarsi di nuovo con Abbas, che, tuttavia, riuscì a scatenare una rivolta contro il rivale, incolpandolo della morte di Malik. Abbas mostrò la testa decapitata di Malik in pubblico, che in realtà era stato ucciso da Swami, sotto l'ordine di Abbas. Altaïr non accettò la provocazione di Abbas, e usò la Mela dell'Eden contro Swami, sotto un impeto di rabbia. Maria cercò di calmarlo, ma una volta che Altaïr mollò la presa da Swami, quest'ultimo, prima di morire, riuscì a pugnalare Maria. Altaïr fuggì da Masyaf, e Abbas usurpò il titolo di Mentore.

Ultimi anni e morte[]

"Ora! Uccidetelo, ora! Che cosa state aspettando?! Idioti! Vi ha stregato!"
―Abbas viene preso dal panico alla vista di Altaïr[src]

Passarono venti anni, e Abbas impostò i suoi voleri sugli Assassini. Con dei banditi teneva fuori gli Assassini dalla fortezza, e inoltre, aumentò i contributi sui civili locali. Lasciò la campagna circostante alla mercè dei delinquenti. Prese seri provvedimenti contro ogni tipo di rivolta o dissenso. Inoltre, era perseguitato da attacchi di paranoia.

L'Ordine visse sotto il regime di Abbas fino al 1247, quando Altaïr, ormai anziano, ritornò a Masyaf. Con l'aiuto del figlio di Malik, Tazim Al-Sayf, ed altri suoi compagni Assassini, si rivoltò contro Abbas. Sottolineò di spargere meno sangue possibile, e, grazie a questo atto, molti fedeli di Abbas si unirono a lui.

Il Ritorno Del Mentore 10

Altaïr affronta Abbas.

Dopo che la maggior parte degli Assassini tornarono di nuovo fedeli ad Altaïr, quest'ultimo riuscì ad incontrare Abbas nella fortezza di Masyaf. Ancora una volta, Abbas rifiutò la verità sulla morte del padre, e ordinò ai suoi due ultimi seguaci di attaccare Altaïr. Tuttavia, Altaïr durante tutti gli anni in esilio, aveva inventato una nuova arma, la Pistola Celata. La fortezza echeggiò al rumore dello sparo. Altaïr uccise Abbas.

Abbas crollò a terra, fino ad arrivare ai piedi del rivale, dove pronunciò le sue ultime parole. Disse ad Altaïr che sperava ci fosse una seconda vita dopo la morte, dove incontrarsi di nuovo, e dove finalmente avrebbe saputo la verità su suo padre. Chiuse gli occhi, e morì.

Personalità e caratteristiche[]

"Spero ci sia un'altra vita dopo questa. Così lo rivedrò. E saprò la verità sui suoi ultimi giorni. E quando verrà la tua ora, noi ti troveremo, e allora non ci saranno più dubbi."
―Abbas pronuncia le sue ultime parole ad Altaïr[src]
La Veglia Del Mentore 10

Abbas con la Mela dell'Eden.

Abbas era un uomo debole, anche se ostinato e voglioso, che teneva in grande considerazione l'onore della sua famiglia. Ogni qualvolta che qualcuno diffamava quest'onore, Abbas tirava fuori tutto il suo caratteraccio, come accadde con Altaïr, quando distrusse la loro amicizia in modo permanente.

Anche se aveva un grane rispetto per l'Ordine, Abbas usava le sue regole per i suoi loschi scopi, riuscendo grazie ad esse a coprire tutte le sue azioni. Un esempio può essere la morte di Al Mualim, quando riuscì a scatenare una guerra civile perchè Altaïr stava bruciando il corpo di un defunto, in contraddizione con le regole dell'Ordine. Abbas non fu in grado di guidare l'Ordine, finendo per corromperlo, ignorando le regole della Confraternita.

Ultime parole[]

  • Abbas: Non potrò mai perdonarti, Altaïr. Le tue menzogne sulla mia famiglia, su mio padre. L'umiliazione che ho subito.
  • Altaïr: Non erano menzogne, Abbas. Avevo dieci anni quando tuo padre venne da me. Era in lacrime. Implorava perdono per aver tradito la mia famiglia. Quindi, si tagliò la gola. Vidi la sua vita defluire ai miei piedi. Non scorderò mai quell'immagine.
  • Abbas: No.
  • Altaïr: Ma non era un codardo, Abbas. Riscattò il proprio onore.
  • Abbas: Spero ci sia un'altra vita dopo questa. Così lo rivedrò. E saprò la verità sui suoi ultimi giorni. E quando verrà la tua ora, noi ti troveremo, e allora non ci saranno più dubbi.

Curiosità[]

  • In Assassin's Creed, Abbas fu descritto con tutte le dita, nonostante a tutti gli Assassini ne doveva mancare uno per poter utilizzare la Lama Celata. Lo stesso vale per tutti gli altri Assassini di Masyaf, escluso Altaïr.

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