Aaminah è stata una schiava prima di essere salvata e liberata per poi diventare una piratessa ed unirsi nella ciurma del capitano pirata francese Alonzo Batilla agli inizi del XVIII secolo.
Biografia[]
Primi anni[]
- "Ci venderanno come bestie, al mercato. Ci venderanno al miglior offerente, e noi dovremo chiamarlo padrone. Io non ho padroni, madre."
- ―Aaminah in una lettera a sua madre[src]
Ad un certo punto, Aaminah venne catturata e portata via dalla sua casa e dalla sua famiglia per essere venduta come schiava assieme a tanti altri nei mercati delle colonie, nelle Indie occidentali. Prima di vendere i loro schiavi, gli schiavisti facevano temporaneamente scalo in un forte situato a Isla de la Juventud, dove Aaminah spese il suo tempo di prigionia per scrivere delle lettere per sua madre, esprimendo le sue intenzioni di ribellarsi ai suoi carcerieri e trovare una nave che gli avrebbe consentito di ritornare a casa.[1]
Alla fine, Aaminah venne imbarcata su una nave di schiavi diretta al porto di Kingston, dove sarebbe stata successivamente portata al mercato per essere venduta al miglior offerente. Durante il viaggio, Aaminah fece scatenare una ribellione tra i suoi compagni schiavi, ma essa venne comunque repressa. Quindi, gli schiavisti decisero di punirla severamente, ma le risparmiarono la vita solo per il suo valore economico.[1]
Al servizio di Alonzo[]
- Alonzo: No! Che cosa vuoi da me?
- Aaminah: Giustizia! Gli schiavisti solcano il mare, rapiscono la mia gente e la vendono come bestiame!
- ―Aaminah esprime ad Alonzo il suo desiderio di giustizia, luglio 1716[src]
Nel luglio 1716, la nave di schiavi che la trasportava venne attaccata dal pirata Alonzo Batilla, su consiglio di Samuel Bellamy. Tuttavia, la nave riuscì a sfuggire all'attacco, ma venne comunque indebolita e perse il suo carico umano che si era buttato in mare. Alonzo salvò gli schiavi gettatisi in mare e dopo essere ritornato da Bellamy, li liberò tutti. Aaminah fu tra quelli che si erano salvati e liberati e chiese a Bellamy se potesse unirsi alla ciurma di Alonzo a condizione che quest'ultimo si fosse mostrato un degno capitano e avesse contribuito a combattere gli schiavisti e liberato gli schiavi. Dopo esser stato rimproverato da Bellamy, Alonzo accettò di contrastare la tratta degli schiavi se Aaminah fosse rimasta sotto il suo comando.[2]
Ad agosto dello stesso anno, la nave di Alonzo navigò nelle vicinanze di Isla de la Juventud, dove vi era un forte in cui Aaminah aveva passato un breve periodo di detenzione prima di essere trasportata per essere venduta a Kingston, e ciò le causava dei brutti ricordi. Aaminah informò Alonzo che il forte era ben protetto ed era nascosto tra le isole circostanti ed il pirata decise di saccheggiarlo. Quando si avvicinarono al'isola in cui era situato il forte, Aaminah avvertì Alonzo che esso si trovava dall'altra parte, ma doveva fare attenzione perché la rotta per arrivarci era ben sorvegliata e se voleva attaccare il forte, doveva muoversi in fretta senza farsi individuare.[3]
Alonzo riuscì a superare la stretta sorveglianza durante la rotta, ma poco prima di raggiungere il forte e attaccarlo, venne fermato da Alvaro, un suo vecchio nemico, che lo ingaggiò in uno scontro. Fortunatamente, Alvaro decise di ritirarsi lasciando ad Alonzo via libera. Su suggerimento di Aaminah, Alonzo distrusse le mura e le altre difese del forte per non uccidere anche gli innocenti che ospitava al suo interno, che vennero successivamente liberati. In seguito, Aaminah ammonì Alonzo per la sua ingenuità nel credere che un giorno avrebbero potuto porre fine alla tratta degli schiavi da soli, poiché tale commercio era troppo florido.[3]
Nei mesi successivi, Aaminah e Alonzo attaccarono decine di navi di schiavi e liberando innumerevoli schiavi, a tal punto che il commercio ne risentì e fu costretto a rimandare svariate aste della Giamaica o Port-au-Prince per diverse settimane. Alla fine, la stessa Aaminah raggiunse una notorietà quasi mitica da parte degli schiavi liberati, che raccontavano di lei come di una "dea africana" che incuteva timore nei cuori degli schiavisti.[1]
Alla ricerca di La Buse[]
- Alonzo: Hai ragione! Posso decifrare la sua lettera!
- Aaminah: E quando mai ho avuto torto, io?
- ―Aaminah ad Alonzo, settembre 1717[src]
Nel maggio 1717, Alonzo e il suo equipaggio giunsero assieme a Olivier Levasseur a Nassau, dove i pirati avevano proclamato una repubblica. Tuttavia, quando Alonzo aiutò Christopher Condent, capo temporaneo della repubblica, si separò da La Buse, che rimase a terra per proteggere il frammento dell'Eden. Quindi, quando aveva finito di aiutare Condent scoprì da quest'ultimo che La Buse se n'era andato da Nassau, ma gli aveva lasciato una mappa.[4]
Aaminah suggerì di seguire la mappa, in cui vi era segnata una zona nelle vicinanze. Lì, Alonzo individuò una cassa e dopo averla presa, vi trovò all'interno un foglio di carta in cui era scritto un codice misterioso. Aaminah affermò che era un messaggio lasciato da La Buse e riuscì a decifrarlo, provando a mettere sotto il foglio una fonte di luce. Il messaggio si rivelò essere una mappa con un simbolo che Aaminah riconobbe e informò il capitano che dovevano raggiungere La Bocca del Diavolo.[4]
A settembre dello stesso anno, Alonzo e il suo equipaggio giunse a La Bocca del Diavolo e, su consiglio di Aaminah, Alonzo decise di parlare con una pescatrice locale per sapere se avesse visto qualcosa. Infatti, la pescatrice gli rivelò che aveva visto una nave con le vele nere fuggire a nord inseguita da un galeone spagnolo. Alla fine, Alonzo guidò il suo equipaggio alla ricerca di La Buse, ma arrivò troppo tardi e riuscì solamente a trovare il relitto della sua nave, Le Postillon.[5]
Indagando intorno al relitto, Alonzo scoprì che La Buse era stato attaccato dai Templari. Infuriato, attaccò un forte degli schiavisti, riuscendo a distruggerne le difese e le mura. Inoltre, inseguì e catturò una piccola cannoniera che stava fuggendo dal forte. Quindi, Alonzo interrogò il capitano della nave, Barnes, una sua vecchia conoscenza stupita di vedere il pirata ancora vivo. Dopo esser stato minacciato di morte, Barnes rivelò ad Alonzo che aveva guidato un attacco contro La Buse ed era riuscito quasi a catturarlo, ma quest'ultimo tramite l'uso del frammento dell'Eden riuscì ad uccidere la ciurma di una delle navi avversarie e a fuggire. Infine, Barnes consegnò ad Alonzo il diario di La Buse. Dopo aver lasciato andare Barnes, Alonzo informò Aaminah che il libro ricevuto era una specie di codice contenente simboli e lettere. Grazie all'intuito di Aaminah, Alonzo riuscì con il codice a decifrare la lettera, in cui La Buse lo informava che stava fuggendo dai Templari e tentando di raggiungere Mayaguana, per poter lasciare le Indie occidentali.[5]
Tre mesi dopo, Alonzo e il suo equipaggio giunsero a Mayaguana, dove incontrarono Benjamin Hornigold che accettò di aiutarli a trovare La Buse. Tuttavia, Hornigold li tradì guidandoli verso un'imboscata poiché anche lui era interessato al frammento. Infatti, Alonzo, dopo esser riuscito a sopravvivere all'imboscata, scoprì che Hornigold collaborava con i Templari origliando un incontro tra lui, Condent e Barnes.[6] Alla fine, a marzo dell'anno dopo, Alonzo riuscì a trovare La Buse nella ciurma di Barbanera ad Harbor Island e decise di aiutarlo a catturare una nave per fuggire dalle Indie occidentali.[7]
Nell'agosto 1718, Alonzo e il suo equipaggio aiutarono La Buse a prendere possesso di un galeone portoghese alle isole Caicos. Dopodiché, recuperarono il frammento dove La Buse l'aveva nascosto. In seguito, furono costretti ad affrontare Condent, ma grazie al frammento Alonzo riuscì a sconfiggerlo. Quando in lontananza venne individuata la flotta della Royal Navy, Alonzo lasciò a La Buse la possibilità di fuggire e il compito di nascondere il frammento, mentre lui e il suo equipaggio avrebbero affrontato direttamente la flotta per rallentarla.[8]
Alonzo e il suo equipaggio riuscirono ad affrontare e sconfiggere diverse navi della flotta, ma infine furono costretti a fronteggiare l'enorme vascello comandato da Woodes Rogers. Nonostante non riuscirono a danneggiarla, i pirati riuscirono comunque a resisterle per diverso tempo e, alla fine, si ritirarono. Compresero di essere al sicuro, quando Jumao si accorse che non li stavano seguendo, ma Alonzo lo corresse dicendo che lo erano fino al loro prossimo incontro. Aaminah gli consigliò di lasciare i Caraibi finché potevano, ma Alonzo le chiese il motivo poiché avrebbero dovuto abbandonare la loro vita da pirata per condurre, invece, quella da mercante oppure essere un proprietario di qualche piantagione. Aaminah affermò che vi erano cose ben peggiori nella vita, ma Alonzo le spiegò cambiare vita per lui era come una morte lenta, quindi preferiva rischiare la vita.[8]
Curiosità[]
- "Aaminah" deriva dall'arabo امين ("amin"), che significa "vero", "fedele" e "degno di fiducia".
Apparizioni[]
Fonti[]
- ↑ 1,0 1,1 1,2 Assassin's Creed: Pirates - Documenti perduti
- ↑ Assassin's Creed: Pirates - Il principe dei pirati
- ↑ 3,0 3,1 Assassin's Creed: Pirates - Il forte
- ↑ 4,0 4,1 Assassin's Creed: Pirates - La repubblica pirata
- ↑ 5,0 5,1 Assassin's Creed: Pirates - La Bocca del Diavolo
- ↑ Assassin's Creed: Pirates - Tra i pirati
- ↑ Assassin's Creed: Pirates - Il Re dei Mercanti
- ↑ 8,0 8,1 Assassin's Creed: Pirates - La via di fuga