Álvaro de Espinosa è stato un membro della Confraternita spagnola degli Assassini e, precedentemente, il capo di una piccola compagnia di mercenari, Lobos Silenciosos, i Lupi silenziosi.
Biografia[]
Nato durante il Rinascimento, Álvaro fu un mercenario spagnolo esperto e il capo di una piccola compagnia chiamata i Lupi silenziosi. La sua compagnia venne assoldata dalla corona spagnola per combattere contro il regno moresco di Granada.[1]
Durante una notte tempestosa, Álvaro e la sua compagnia furono costretti a ripararsi in una fattoria di allevatori di maiali, offrendo ai padroni dell'oro per la loro ospitalità. Andrea Cortés, figlia degli allevatori, si mise a parlare con i mercenari, curiosa di conoscerli, e si mise ad ascoltare le loro storie. Il giorno dopo, Andrea decise di partire con la compagnia e Álvaro decise di prenderla sotto la sua ala per concretizzare il suo desiderio di avventura. Negli anni, le insegnò tutto ciò che sapeva sul combattimento trasformandola in una mercenaria a tutti gli effetti e arrivò a considerarla la figlia che non ebbe mai. Nel tempo, nella compagnia si aggiunse anche un giovane mercenario Iñigo Montañés, il quale strinse amicizia con Andrea e imparò a rispettare la saggezza e la guida di Álvaro.[1]
A differenza di altri mercenari e dei soldati spagnoli, Álvaro rispettava i musulmani e la loro cultura. Proibì espressamente ai suoi uomini di saccheggiare le case dei musulmani, pratica comune dopo la caduta di una città o di un villaggio.[1]
Con l'avvicinarsi della vittoria spagnola nella guerra, le atrocità e i crimini commessi dall'Inquisizione nel nome di Dio aumentarono di frequenza e intensità. Álvaro fu sempre più disgustato dalle loro azioni e insistette per il rispetto verso i nemici. A eccezione di Andrea e pochi altri, la maggior parte dei suoi uomini, tra cui anche Iñigo, iniziarono a poco a poco ad abbandonarlo, non condividendo il suo rispetto per i nemici.[1]
Al comando di pochi uomini e senza più alcun desiderio di combattere i musulmani, Álvaro finì a Guadix, dove fu contattato dall'anziano generale dei mercenari Domingo de la Torre. Percependo il malcontento di Álvaro, Domingo lo invitò ad unirsi alla Confraternita, dove avrebbe avuto l'occasione di combattere per una causa più importante di ogni nazione e religione. Conoscendo l'uomo e i traguardi che aveva raggiunto, Álvaro si lasciò convincere e accettò di combattere per la causa degli Assassini, venendo seguito da Andrea.[1]
Curiosità[]
- Álvaro deriva da un nome germanico la cui identificazione è però dibattuta.
- Secondo alcune fonti, il nome originale è il visigoto "Alwaro", composto da "ala" ("tutto", "del tutto") e "warja" ("difesa", oppure wariaz, "difensore"), che ha il possibile significato complessivo di "difensore di tutti" o "molto attento". A queste radici alcune fonti riconducono anche il nome "Elvira".
- Secondo altre fonti, si tratta di "Alfher", che è composto dagli elementi "alf" ("elfo") e "hari" ("esercito", "armata"); dalle
forme norrena e anglosassone di "Alfher", "Alfarr" e "Ælfhere".
- Secondo ulteriori interpretazioni, le radici sarebbero "alt" ("vecchio") e "war" ("casa"), con il significato complessivo "uomo di antico casato", oppure "athal" ("nobile") e "ward" ("guardiano"), quindi "guardiano nobile", o ancora sarebbe riconducibile alle stesse radici di Alberico.
- Il cognome "De Espinosa" significa "di Espinosa", essendo Espinosa uno dei tanti luoghi che si trovano in diverse regioni spagnole tra cui Galizia e Vascongadas.
- Come molti altri eroi in Assassin's Creed: Rebellion, Bartolomé Ortiz è stato modellato su un avatar del multigiocatore. Nel suo caso, condivide il design del suo personaggio con l'avatar del Fabbro in Assassin's Creed: Brotherhood, il quale era nella realtà Auguste Oberlin, un Templare svizzero.
Galleria[]
Apparizioni[]
Fonti[]